Dopo la masterclass MAREA a Venezia lo scorso settembre 2022, il nascente desiderio di approcciarmi nuovamente al mondo dell’illustrazione e del libro illustrato mi ha orientato verso un’altra meta fino a quel momento sconosciuta: la Fiera del Libro Illustrato per Bambini a Bologna (Bologna Children's Book Fair).
L’evento era enorme e anche ghiotto e ho deciso di affrontarlo nel modo poco ortodosso con cui ho quasi sempre deciso di affrontare queste occasioni enormi e pure ghiotte: completamente a caso.
Quando sono arrivato all’ostello che mi avrebbe ospitato, mi sono imbattuto in un nutrito gruppo di illustratori da svariate parti del mondo, ad esempio Portogallo e Svezia, tutte e tutti quanti con un fascino e un’ammirazione reverenziale per questa settimana dedicata all’illustrazione.
In edizioni passate, qualcuno vi aveva trovato il successo, altri la prima tanto cercata pubblicazione, altri ancora un importante network di contatti (e contratti) oppure ispirazione.
Io non sapevo cosa volevo cercarci, ero lì con solo un piccolo portfolio online, dei disegni sul mio iPad e dei biglietti da visita stampati alla buona qualche giorno prima in una copisteria a Trento che sa fare molte cose bene, tranne rispettare gli orari di apertura o chiusura.
Mi sono quindi avventurato in questa giungla illustrata per ritrovarmi in un posto che dire mi avesse spaesato è poco: una marea di gente affollava i cancelli, allietata per fortuna da i volti amici dei mie compagni e compagne della masterclass MAREA di settembre, e poi immensi padiglioni che eccheggivano di voci e parole di tutte le lingue del mondo. C’erano interi chilometri di scaffali con libri in mostra, colori, poster, disegni, animali parlanti, castelli incantati, primavere, estati. Era tutto lì, accompagnato dai volti sorridenti degli editori, dei venditori, degli autori.
Ammetto: mi ha sopraffatto. La mia natura poi di farfalla mi ha spinto a gironzolare in quei corridoio infiniti assorbendo una vastissima marea di nomi, racconti e storie. Mi avvicinavo agli stand che mi interessavano, chiedevo e scambiavo informazioni e assorbivo. Cosa ci facevo lì? Cosa cercavo?
C’era di tutto e quando c’è così tanto tutto si torna spesso con una grande sensazione di niente.
Con i miei amici abbiamo passato dei momenti di serenità negli stand del cibo, fuori da quei saloni dove editori e autori scambiavano diritti e contratti. Sentivo il rumore dei contanti volare sopra le nostre teste, l’intensità dei sorrisi aumentare man mano che si chiudevano contratti. La sensazione era quella del ragazzo di campagna che mette il piede per la prima volta nella grande e rumorosa città.
Non mi sono sentito fuori luogo, ma nemmeno a casa.
C’è stato anche un illuminante momento di portfolio review, tra una talk e un tortellino in brodo da sport (siamo comunque a Bologna), che mi ha fatto notare come ancora prima di entrare in quel mondo c’erano delle conoscenze e dei saperi dell’arte dell’illustrazioni che mi mancavano. Delle basi solide su cui stare per creare qualcosa da poter mostrare. E, diciamocelo, vendere.
Ne sono uscito frastornato? Sì. Motivato? No. Demotivago? Nemmeno. Ne sono uscito incuriosito da tutto quel vasto mondo di cui non ero a conoscenza e che mi è sembrato l’enorme piovra che muove i libri che definiscono le fantasie e i sogni d’infanzia di milioni di bambini intorno al pianeta.
Adesso che è il 2024 e sto riguardando questo pezzo e aggiornandolo, ho deciso di non partecipare nuovamente alla Fiera per due motivi:
- il primo è che non ho ancora nulla che voglio presentare agli editori e pubblicare
- il secondo è che ho capito che per un autore con il suo libro emergente, che non ha ancora contatti, ho un agente, o comunque un nome, quella fiera può sembrare un tantino poco accogliente.
Dunque per le mie future pubblicazioni ho deciso di fare questo: finire il lavoro che vorrei pubblicare. E poi contattare con calma gli editori con una email. Lasciando la Fiera per un futuro lontano, quando, forse, avrà un senso andarci e partecipare.